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Ricordando Aldo Moro...

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Oggi, 9 maggio ricorre l'anniversario della scomparsa di Aldo Moro, grande statista, personaggio, ma soprattutto uomo italiano. Egli morì per mano delle Brigate Rosse, una setta terroristica di estrema sinistra, che lo rapì il 16 marzo del non troppo lontano 1978 in via Fani a Roma, in un agguato in cui furono barbaramente uccisi tutti gli uomini della sua scorta. Per gli adepti-brigatisti Moro era un uomo scomodo poiché desiderava giungere ad un equilibrio politico italiano privo di estremismi, facendo partecipe il Partito comunista del disegno politico che portò alla formazione di due governi di ''solidarietà nazionale''. La sua uccisione segnò il culmine dei cosiddetti ''anni di piombo'', che caratterizzarono l'Italia dei primi anni '70, durante i quali una serie di attentati dinamitardi, omicidi, ferimenti e sequestri ad opera di terroristi di destra e di sinistra contrassegnarono una fase politica di aspri conflitti sociali e di lotta politica. A distanza di molti anni l'assassinio di Aldo Moro, assieme a quelli di Francesco Coco, procuratore della Repubblica, ucciso a Genova nel luglio 1976, Guido Ressa, sindacalista genovese ucciso nel 1979, Roberto Ruffili, senatore ucciso nel 1988, Massimo D'Antona, consigliere del ministro del lavoro Antonio Amato, ucciso nel 1999, Marco Biagi, giuslavorista ucciso nel 2002, tutti vittime delle Brigate Rosse, resta una ferita aperta nel corpo vivo dell'Italia. E' importante ricordare Aldo Moro non semplicemente come vittima del terrorismo, ma soprattutto per ciò che ha fatto o ha tentato di fare per risollevare le sorti del suo e del nostro Paese. Martina Brescia
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