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LETTERA AI ''VERI GIORNALISTI'' ABRUZZESI (SE ANCORA CE NE SONO!)

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Chiediamo un ''intervento diretto'' a tutela dell'effettivo esercizio del diritto referendario sancito dalla Costituzione italiana e dallo Statuto della Regione Abruzzo. Cari amici Giornalisti ''veri'', il Comitato promotore dei referendum regionali abrogativi dei costi e degli sprechi della politica si trova, da circa anno, di fronte a ''norme diaboliche e sibilline'' che hanno impedito per oltre 35 anni e fino ad ora, ed impediranno nei prossimi anni, lo svolgimento in Abruzzo di ogni e qualsiasi referendum abrogativo. Il quadro ''storico-temporale'' del procedimento referendario abrogativo messo in atto, senza alcuna forma di controllo e garanzia statutaria, dalle più alte ''Istituzioni della Regione Abruzzo'' e di cui non riusciamo a capire il senso e la finalità rispetto all'incentivazione della ''partecipazione democratica'' e delle varie forme di democrazia diretta ''consentite'' dallo Statuto della Regione Abruzzo a tutti i soggetti aventi titolo, è il seguente: anno 2008 - elezioni politiche anticipate: i referendum eventualmente ammessi sarebbero stati ''sospesi'' e rinviati al 2009; anno 2009 - elezioni amministrative provinciali: i referendum richiesti nel 2007 e nel 2008 saranno ''sospesi e rinviati'' al 2010; anno 2010 - elezioni regionali: i referendum promossi nel 2007, nel 2008 e nel 2009 saranno tutti ''sospesi e rinviati'' al 2011, mentre, per una ''formula cavillosa'' inserita nella nuova e recentissima legge regionale sul procedimento referendario, nei 6 mesi precedenti e nei sei mesi successivi alle elezioni regionali è vietato non solo, come già noto, lo svolgimento delle operazioni di voto referendario, ma addirittura l'esercizio della stessa ''iniziativa referendaria'' nel suo proprio nascere e concludersi, per cui non si potrà nemmeno raccogliere le firme per chiedere lo svolgimento di referendum per l'anno successivo, che in Abruzzo corrisponde 2011; anno 2011 - elezioni comunali - tutti i referendum ''sospesi'' precedentemente sarebbero di nuovo rinviati all'anno 2012, se, anche attraverso ''specifiche leggine'' resi non più ammissibili; anno 2012 - anno utile per la raccolta delle nuove firme sulla richiesta di referendum per l'anno successivo 2013; anno 2013 - elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento; anno 2014 - elezioni amministrative provinciali; anno 2015 - elezioni regionali; anno 2016 - elezioni comunali; anno 2017 - anno utile per la raccolta delle ''nuove firme'' su nuovi quesiti referendari; anno 2018 - elezioni politiche parlamentari; e così per l'intero secolo XXI° e ''per omnia saecula saeculorum, Amen!'' In questi giorni di ''battaglia istituzionale'' e in pieno conflitto di interessi e attribuzione tra poteri legislativi e statutari, non è operativo il Collegio per le garanzie statutarie e il Difensore Civico dichiara di non avere competenze in merito: chi, allora, dovrebbe tutelare i diritti referendari dei Cittadini e del Comitato promotore, se non una ''stampa libera e democratica''? Pio Rapagnà e Giovanna Forti
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