Questa mattina all’interno dell’aula magna dell’istituto superiole R. Mattioli di San Salvo, l’amministrazione comunale, con la preziosa collaborazione del Comitato 10 Febbraio, del dirigente e dei docenti dell’omonima scuola, ha indetto un convegno in ricordo del genocidio della popolazione istriana, fiumana e dalmata. Presenti alla conferenza il sindaco Tiziana Magnacca, il presidente della fondazione Comitato 10 Febbraio Marco Di Michele Marisi e l’assessore alla cultura Giovanni Artese.
Tema del dibattito è stato non solo il fatto in sé dell’immediato dopoguerra, ad opera del generale delle forze comuniste Tito, ma soprattutto la negligenza che ha avuto l’uomo nel ricordare questa tragedia, che è stata nel dimenticatoio per decenni. Questo giorno infatti è diventato di ricordo nazionale solo nel 2004 con la legge 92. Le parole del sindaco verso i ragazzi presenti hanno evidenziato proprio questo disagio politico e in parte culturale: «Abbiamo il compito di ricordare le tante vittime di quell’uomo che smette di perdere i caratteri di un essere umano e diventa un mostro. Attraverso questa giornata dobbiamo conoscere i fatti in maniera obiettiva e non dobbiamo lasciare a nessuno il diritto di offuscare la nostra conoscenza, affinchè possiamo vivere sempre di più in una società democratica, serena e sicura».
Il presidente del Comitato 10 Febbraio ha voluto sottolineare l’importanza della commemorazione di questo giorno: «Per troppi anni questa data è stata nel dimenticatoio, come se quel sangue gettato dagli italiani non andasse a macchiare i libri di storia […] Il silenzio può durare per un certo periodo perché dopo diventa talmente assordante da raggiungere un rumore fastidioso».
La manifestazione si è conclusa con un dibattito tra i ragazzi e le autorità presenti, che successivamente si sono recati a deporre una corona d’alloro al monumento dei caduti, in onore di tutta la gente defunta per un solo scopo: quello di difendere ed onorare la loro nazionalità italiana e la loro patria, di cui ne andavano orgogliosamente fieri.