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In collaborazione con Italia Nostra, i benedettini di Casalbordino hanno dischiuso le porte di un tesoro

70mila preziosi volumi salvati dai naufragi della storia: il brivido del libro antico nell’epoca del web

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Grazie all’impegno del prof. Davide Aquilano presidente della locale sezione di Italia Nostra e della disponibilità dei padri benedettini del Santuario mariano di Miracoli di Casalbordino, oltre 60 persone hanno potuto godere di un emozione eccezionale: la visita a delle 'creature vive', i libri della biblioteca del Monastero di del Santuario di Casalbordino, una di quelle esperienze che, a partire dal passato, fanno prendere coscienza del presente e del futuro delle umane conoscenze.

Fatta su prenotazione, questa visita, non poteva recepire più di 40 persone. Invece, per questa entusiasmante esperienza, se ne sono presentate più di 60 e, purtroppo, ne sono rimasti esclusi ben 20. I locali non potevano riceverne di più. Una presenza tanto numerosa da obbligare a dividerci in due gruppi. Questo evento è stato un segno importante della domanda culturale locale e, della risposta pronta e profondamente appagante che è stata offerta, sia dai bravi monaci che dal prof. Davide Aquilano, il quale ha saputo proporre e organizzare questa festa della mente e dello spirito.

Il lavoro e l’impegno premiano sempre e, in questo luogo: amore, impegno, cura, dedizione, custodia millenaria degli antichissimi libri, si presentano vivi e palpabili. A fare gli onori di casa - nonché da illustri guide - abbiamo trovato il reverendo padre Priore dom Paolo Lemme e il reverendo Abate dom Romano Cecolin, unitamente alla prof.ssa Roberta Gentile e il prof. Michele Del Monte per la parte più moderna e la Sala del Cardinal Fagiolo. Il chiacchiericcio del gruppo si è subito spento di fronte alle loro spiegazioni: calme, dotte e appassionate, rese nell’atmosfera ovattata tipica dei corridoi e delle stanze di tutti i monasteri.

La visita è iniziata nella biblioteca che conserva i libri più antichi, tra i quali 4 preziosissimi incunaboli (libri stampati con i caratteri mobili inventati da Gutenberg nel 1455), datati fine XV Secolo. Quattro splendori composti da: due antifonali, un corale e un graduale del 1507, tutti impreziositi da miniature artistiche di grande tenerezza e precisione. In totale, il fondo antico è costituito da 5000 volumi. In linguaggio tecnico/bibliografico, quelli più rari vengono chiamati “cinquecentine” e “seicentine”. I libri più antichi sono pervenuti dall’Abbazia fondatrice di Santa Maria della Castagna (GE) che, alla sua chiusura (anno 2000), li affidò a dei confratelli che li hanno portati a Casalbordino.

I benedettini sono gli eredi e i saldi custodi di quel “ora et labora” voluto dal loro fondatore, quel Benedetto da Norcia che scrisse per i suoi figli, la Regola più antica e feconda del monachesimo occidentale. Un “modello di vita monastica” che ha cementato l’Europa, che essi ancora applicano, curano e difendono. Tra i benedettini, sin dalle origini, nacquero e crebbero gli amanuensi di scolastica memoria (scriptoria monastici), quei monaci dediti a trascrivere all’infinito le pergamene più antiche che hanno veicolato la storia sacra e profana fino ai giorni nostri.

Tra i libri ammirati una copia del De Civitate Dei di Sant’Agostino del (1469), la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso (1700 circa) le planimetrie e le prospettive varie della reggia di Caserta del Vanvitelli (1746), un antichissimo atlante geografico dove riconosciamo Vasto con il nome di Guasto d’Aimone e Casalbordino con Casale, una Bibbia illustrata dal celeberrimo Gustave Doré (1880), una trascrizione/stralcio della Divina Commedia trovata casualmente in un libro (parte del Canto XI°, XII° e inizio del XIII° del Paradiso). Una pergamena in lingua Copta non datata ma, probabilmente, la più antica di tutto e tutte con su scritto un Inno alla croce di Dio e ancora: un libro della vita di San Benedetto scritto da San Gregorio Magno. Altro.

Tutte cose da batticuore per chi, dei libri, ama respirare il profumo, le sensazioni tattili e l’interiorizzazione dei contenuti. Di tutto questo, tra i presenti, si percepiva: l’amore, l’esperienza e la competenza. Una sorpresa... sorprendente è stata la “Sala cardinal Fagiolo”, una stanza ampia che raccoglie il lascito di quello che è stato un amato Arcivescovo di Chieti-Vasto, quel Mons. V. Fagiolo divenuto Cardinale che ora riposa nella cripta della Cattedrale di Chieti.

Guidati dal prof. Michele Del Monte abbiamo ammirato i suoi doni: circa 5000 volumi di Diritto canonico, oltre ad alcuni dei suoi personali abiti ecclesiastici e oggetti liturgici: pallio, mitrie, anelli pastorali e altro. La donazione più preziosa però, che Mons. Fagiolo ha lasciato in eredità/custodia ai benedettini di Casalbordino, sono le trascrizioni a mano, successivamente ciclostilate e rilegate, di tutti gli interventi dei padri conciliari del Vaticano II, sia quelli che furono approvati che quelli che non lo furono. Un lavoro da innamorati - reso possibile dalla sua partecipazione al Concilio quale esperto di Testi legislativi, scritti in quella che era la lingua ufficiale della Chiesa: il latino.

Il tutto raccolto in 50 volumi. In una vetrina brilla un gioiello che i più ignorano: la medaglia ricordo di cui egli fu insignito come Giusto fra le nazioni dal Museo Yad Vashem di Gerusalemme, per aver salvato numerosi ebrei durante l’ultima guerra. La biblioteca/tesoro ha bisogno di manutenzione, servono soldi che sono stati richiesti e... "ovviamente” non concessi.

L’Italia ha ben altri problemi che potersi permettere la salvaguardia di incunaboli e libri “ammuffiti”, la cultura – purtroppo - non ha voce nei capitoli dei bilanci, oppure, ne ha così poca che non emette suoni. A malincuore si va via, sia per il desiderio “proibito” di non aver potuto toccare e nemmeno fotografare i preziosi libri, sia per il distacco da tanta bellezza. Per ultimo ammiriamo il chiostro con le sue colonne che simboleggiano i quattro elementi della vita: acqua, terra, aria e fuoco: il luogo dove i monaci innalzano quotidianamente a Dio le loro orazioni. I benedettini, esplicitano i classici tre voti di castità, ubbidienza e povertà - comuni a tutti gli Ordini religiosi - con un assunto spiritualmente ancora più denso: conversione dei costumi, stabilità e ubbidienza, un programma di vita cristiana che fa riflettere. Salutiamo con la sensazione di essere in qualche modo stati rapiti dall’avvolgente atmosfera spirituale e culturale del convento che ci ha disposto mente e spirito su piani più elevati.

FOTO DI INES MONTANARO

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