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Elezioni politiche 2013: verso il voto con una campagna elettorale 'anomala'

Si avvicina l'appuntamento con le urne del 24 e 25 febbraio

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A poche settimane dal voto per il rinnovo dei due rami del Parlamento, la campagna elettorale può considerarsi entrata nel vivo. Nel pieno rispetto del copione e delle migliori tradizioni, tutti i partecipanti si sfidano a suon di spot nei quali sostengono, ovviamente, di essere ciascuno il premier ideale, colui che più di tutti è in grado di assicurare stabilità alla Nazione eccetera, eccetera.

Sin qui nulla di strano. Ma se ci soffermiamo ad analizzare meglio il contesto generale, possiamo notare tutte le anomalie di questa tornata elettorale. Innanzitutto i grandi assenti sono i contenuti, di cui poco i raggruppamenti parlano.

Il vuoto, generici impegni per il sociale, maggiore attenzione alla famiglia, la priorità da dare al lavoro, i conti pubblici da tenere sottocontrollo e tanto altro ancora. Nessuno azzarda però ipotesi sulle modalità di reperimento dei fondi necessari per tali azioni, nessuno che illustri progetti concreti che possano in qualche maniera spingere i cittadini-elettori a recarsi ai seggi il 24 e 25 febbraio prossimi (secondo molti analisti, in tanti diserteranno le urne).

Vi è poi un’altra aspetto che contraddistingue le politiche del 2013 da quelle di cinque anni fa. Si tratta delle modalità di comunicazione con cui i candidati tentano di convincere l’elettore. Sembra quasi che dal 2008 siano trascorsi decenni! Allora lo scontro avveniva ancora a suon di manifesti e di apparizioni in tv. Oggi, invece, la rete, i social network, appaiono sempre più come il vero terreno di scontro, l’arena nella quale i contendenti si misurano, a suon di “post”, di “cinguettii”  e chi più ne ha più ne metta.

Infine, quella che in genere viene definita la ciliegina sulla torta, ma che in realtà è un qualcosa di davvero sconcertante, è l’atteggiamento dei partiti (o movimenti, così nessuno ha di che lamentarsi), nei confronti delle vicende che vedono coinvolti a vario titolo molti uomini pubblici. Assistiamo oggi giorno ad una gara nella quale ciascuno è impegnato ad evidenziare come un consigliere regionale dello schieramento avversario sia coinvolto in un nuovo scandalo sull’utilizzo dei fondi dei gruppi, piuttosto che a sottolineare i rapporti di un partito con un gruppo finanziario o la vicinanza di taluni parlamentari ad ambienti poco raccomandabili. Fatti questi, tutti riscontrabili nelle case altrui, dunque ben lontani da una sana autocritica. E mentre va in scena questo triste spettacolo, mestamente i cittadini italiani cercano il modo di sopravvivere ad un sistema che, avvitandosi su stesso, miete quotidianamente vittime tra chi non trova il modo di far sentire il proprio grido disperato.

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