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Schiavi: contenzioso Rai Comune

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SCHIAVI DI ABRUZZO - Potrebbe giungere a conclusione, per un accordo tra le parti, il contenzioso aperto sin dal 1993 tra l'amministrazione del comune montano e la Rai Way Spa. Il motivo del contendere è l'affitto di un terreno di proprietà comunale sul quale, dal 1962, è stata installata una gigantesca antenna metallica per la televisione pubblica. Da quella data, sono passati oltre quaranta anni, la Rai non ha versato un solo centesimo nelle casse comunali quale canone di affitto del terreno, per ragioni del tutto inspiegabili. Tra l'altro il sito in questione sorge in prossimità del cimitero del paese, proprio all'interno della villa comunale. Negli anni scorsi, l'allora sindaco Luciano Piluso (oggi Vicesindaco, ndr), pressato da un locale comitato di cittadini che aveva sollevato il problema dell'inquinamento elettromagnetico prodotto dagli apparati radiotelevisivi e soprattutto dell'eccessiva vicinanza delle antenne al centro abitato, aveva firmato un'ordinanza di delocalizzazione degli apparati trasmittenti. La Rai avrebbe dovuto smantellare l'antenna che ancora oggi si erge all'interno della villa comunale, e posizionarla in una località più distante dal centro abitato, precisamente in zona Monticello, in modo da mantenere il servizio di emittenza e contemporaneamente tutelare la salute dei cittadini di Schiavi di Abruzzo. L'ordinanza del sindaco però rimase lettera morta poiché, così ha riferito lo stesso Luciano Piluso in sede di consiglio comunale, il competente Ministero dichiarò che il servizio assicurato dall'antenna, situata in quella precisa posizione e dunque su quel terreno, era, ed evidentemente è ancora, di pubblica utilità e dunque sarebbe dovuta rimanere dove si trovava. Vista l'impossibilità di far rimuovere le antenne, che sorgono praticamente all'interno del centro abitato, l'amministrazione comunale sta cercando almeno di intascare il canone di affitto del terreno mai versato dalla Rai. L'emittente pubblica si è detta disponibile a versare, per i quaranta anni arretrati di usufrutto del terreno comunale, una somma di appena quindicimila euro, pari in pratica a meno di quattrocento euro all'anno. L'amministrazione di Schiavi di Abruzzo ha avanzato una controproposta più ragionevole che si sostanzia in quaranta mila euro per gli anni passati e in un canone annuo di cinquemilacinquento euro a decorrere dalla scadenza della concessione, ovvero dall'agosto del 2014. Francesco Bottone
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