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Pessolano (Arci-Caccia): ''Cacciatori discriminati''

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SAN SALVO - Ad appena qualche settimana dall'inizio della stagione venatoria, preceduta come sempre da un vespaio di polemiche, interviene a rincarare la dose il presidente provinciale dell'Arci-Caccia, Angelo Pessolano, che spara a zero, è proprio il caso di dirlo, su chi ha vergato il calendario venatorio infarcito, a suo avviso, di incongruenze. E intende dire la sua, il leader provinciale de ''I compagni della caccia'', sul prelievo del cinghiale, il selvatico considerato il ''primo distruttore dell'agricoltura''. ''In attesa del famoso regolamento regionale per la gestione degli ungulati, - spiega Pessolano - si potrà cacciare il cinghiale in squadra, con il metodo della braccata, con il cane limiere in girata, singolarmente con cane da seguita o in appostamento fisso con carabina a partire dalle 14,30. Per i migratoristi o i cacciatori che utilizzano il cane da ferma invece, la specie è vietata, non potranno sparare ad un cinghiale nemmeno in difesa dei propri ausiliari o per l'incolumità personale''. ''Però il calendario venatorio prevede, nel carniere giornaliero, che ciascun cacciatore possa abbattere un cinghiale. - argomenta Angelo Pessolano, mettendo in evidenza alcune incongruità del documento partorito dalla giunta regionale - Quindi tutti possono abbattere i cinghiali oppure no? Chi non può abbatterli, allora, dovrebbe pagare meno tasse, perché limitato rispetto agli altri cacciatori''. Chiede polemicamente il presidente dell'Arci-caccia: ''E' giusta questa limitazione per i cacciatori migratoristi e per chi utilizza il cane da ferma?''. E passando alla questione incendi, i terribili roghi che hanno devastato il territorio dell'Atc Vastese, Pessolano propone: ''In funzione preventiva credo possa essere utile ripristinare il controllo del territorio mediante le guardie venatorie volontarie. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una totale assenza di controllo sul territorio, dovuta all'esiguo numero di personale a disposizione della Forestale e dalla Polizia provinciale''. La richiesta è dunque quella di ripristinare le funzioni di controllo e sanzione per le guardie venatorie volontarie, che un disciplinare provinciale ha reso sostanzialmente impotenti, spiega Pessolano, il quale, in chiusura, aggiunge: ''Le nostre guardie venatorie volontarie, se libere di agire, hanno già dimostrato di essere le prime sentinelle del territorio, contro gli incendi, e contro i bracconieri che in questi ultimi anni si sono sentiti liberi di operare indisturbati''. http://www.francescobottone.splinder.com/
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