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Calcio, il diacono-presidente minaccia le dimissioni

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CASTIGLIONE MESSER MARINO - ''E' il terzo anno che sono presidente della squadra di calcio Messer Marino. Siamo arrivati in seconda categoria. Quanto lavoro, quanta fatica, quanti sacrifici da parte di tutti: giocatori, dirigenti e tifodi. Quante perdite! Non perdite di gare, ma perdite di ragazzi''. E' la lettera affissa in paese, su un volantino, firmata dal diacono permanente del popoloso centro montano don Salvatore Mario Lungo, in qualità di presidente della locale squadra di calcio per ragazzi. Problemi, dunque, per la selezione sportiva, e sembra essersi incrinato il principio basilare sul quale era stata concepita e costruita la squadra, quello della solidarietà e dell'unione tra i giovani del paese. Uno strumento di aggregazione sociale più che una squadra di calcio, questo almeno nelle intenzioni del diacono-presidente. E dopo una fase iniziale durante la quale tutto ha funzionato, qualcosa è andato storto e il progetto iniziale della squadra si è trasformato in qualcosa di diverso, talmente diverso che ora il presidente Lungo rassegna le proprie dimissioni. ''Per tenere insieme i ragazzi avevo formato questa squadra. - argomenta il diacono - Il calcio era ed è lo sport in cui si trovano bene. Con il calcio, se fatto senza tanti interessi, ci si diverte davvero. Non è una squadra di oratorio, peccato''. ''Quattro anni, per non farli andare a giocare in altri paesi, li ho portati, otto di loro, a Poggio Sannita, e non era una squadra di oratorio. - continua la lettera aperta di don Lungo - Quando si partiva c'era gioia, c'era armonia, era bello stare insieme! Si vinceva ed era bello, si perdeva, anche se nel cuore c'era rammarico, la gioia e l'armonia restavano perché avevamo passato un pomeriggio insieme. Tempo fa scrissi: preferivo perdere tutte le partite di campionato piuttosto che un solo ragazzo uscisse dalla squadra''. Amarezza nelle parole del diacono, perché le cose non sono andate secondo le sue aspettative: ''Che fallimento. Una persona mi ripete sempre: Ricomincia. Come abbandonare quelli che sono rimasti? E' vero tutti siamo utili, ma non indispensabili. Getterò la spugna solo se si dovesse verificare il caso di avere giocatori che non sono di Castiglione Messer Marino...''. E la spugna, don Salvatore Mario Lungo, l'ha gettata davvero, perché è stato tradito, a suo avviso, lo spirito iniziale dell'iniziativa, quello ciò di fare gruppo, a prescindere dai risultati. Se si cerca soltanto il risultato, la vittoria nelle gare, e per ottenerla si ricorre all'acquisto di giocatori provenienti da fuori, relegando in panchina i residenti, probabilmente si sta costruendo una buona squadra, ma difficilmente si riesce a fare gruppo.
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