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«Sarà sempre più importante narrare l’identità dei territori»

“Dallo storytelling allo storyselling”, incontro con il giornalista Giampaolo Colletti

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«Ciascuno cresce solo se sognato” scrisse in una poesia Danilo Dolci. Sognare è narrare il futuro che vorremmo costruire, l’avvenire di cui poniamo i mattoni nel presente. Per poter costruire la narrazione del futuro è necessario ascoltare, guardare (non solo vedere) e narrare il presente, il mondo che ci circonda. Narrazione ed ascolto sono stati tra i verbi più ricorrenti ed importanti nell’incontro “Dallo storyselling allo storytelling” organizzato nella Pinacoteca di Palazzo D’Avalos dalla CNA e dall’Assessora allo Sviluppo Economico del Comune di Vasto Anna Bosco. Ospite d’eccezione il giornalista Giampaolo Colletti, autore del libro “Siamo tutti influencer” che si è confrontato con il moderatore dell’incontro Silvio Calice, vice direttore CNA Abruzzo.

È stato un incontro da cui non si è usciti con risposte tipiche di un convegno autoreferenziale e, come troppe volte accade, poco più che sterile. Tanti sono gli spunti, le riflessioni che hanno stimolato e coinvolto i presenti. Il dibattito e le domande conclusive, che hanno visto chi è intervenuto parte attiva dell’incontro e non solo passivo uditore, ne sono la dimostrazione. Troppe volte ci si arrende a racconti fatalisti e che rimangono ancorati ad una sorta di passato, al grigiore di un tempo che passa e nulla cambia. Narrare è già trasformare, raccontare è donare un’anima, rendere vivo. Narrando si può colorare il mondo che ci circonda e costruire quel che può apparire un sogno o troppo lontano. Ed invece può essere qui, anche in una città e in un territorio lontano dai grandi centri, che si vede troppo spesso come provincia ferma e immobile. Il digitale ci apre porte infinite sul mondo e ci permette di portare il mondo a casa nostra, di essere parte attiva del mondo. Un mondo che sta cambiando rapidamente, in cui tutto si può trasformare, entrare in una nuova era complessa e allo stesso tempo sfida affascinante. È possibile, quindi, crescere. E per crescere è necessario sognare, narrare, dare forme nuove a ciò che ascoltiamo, guardiamo e viviamo. 

Glocale, globale e locale allo stesso tempo, è termine chiave del mondo odierno. Saper andare oltre gli asfittici piccoli orizzonti per essere protagonisti e attori dell’orizzonte globale. Ovunque ci troviamo. Costruendo relazioni, una rete di relazioni che è importantissima nella mappa interattiva della rivoluzione digitale odierna, ha sottolineato Giampaolo Colletti all’inizio dell’incontro. Tanti i concetti chiave con cui ha riportato i temi del libro e ha portato alla riflessione e ad essere attivi i moltissimi presenti. Come viene narrata la realtà oggi? Sui social guardiamo prima di leggere, foto e video hanno un ruolo preponderante. E tutti possiamo essere content creator e quindi, riprendendo il titolo del libro di Colletti, influencer. Chi arriva prima e si piazza bene riesce ad affermarsi meglio, una pasticceria veneta vende anche in nord Europa arrivando a costruirsi una propria piattaforma online ha raccontato Colletti riportando una vicenda raccontata nel libro. Importante costruire community e relazioni stabili e con una propria identità. Un'azienda in Ohio sull'orlo del fallimento si è raccontata su YouTube, incredibilmente il racconto le ha permesso di farsi riconoscere e ripartire, integrando la vendita fisica con l'online. Identità è un’altra parola chiave: anche le multinazionali stanno puntando su una narrazione di prossimità, acquisteremo sempre più prodotti scelti dalla narrazione di identità territoriali. Importante può essere, ha sottolineato Colletti, l’esempio che viene dalla Nuova Zelanda: è il primo paese in cui sorge il sole e da questo è partita una campagna che ha visto protagonisti gli abitanti, una campagna che è arrivata anche a rafforzare l'identità della comunità. Il digitale non è più solo un accessorio ma parte integrante dell'identità, siamo quel che raccontiamo sui social con un confine sempre più labile tra i profili “personali” e le identità “lavorative”. È importante la conoscenza, l’esperienza, trasmettere sapere, avere credibilità perché se non è autentica la narrazione, se è artefatta, è un attimo passare dal metterci la faccia al perderci la faccia. 

 

A fine convegno abbiamo posto alcune domande a Giampaolo Colletti, Anna Bosco e Silvio Calice sui temi e i messaggi trasmessi e l’importanza di questo evento a Vasto. 

 

 

 

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