Sabato 5 aprile 2014 (tempo permettendo) sarà rinnovata a San Salvo la tradizionale sfilata de Le Some - di cavalli (come una volta) e di trattori - che trasportano in sacchi (appunto le some) il grano da ridurre in farina necessario alla preparazione dei taralli di San Vitale. Al termine della sfilata, dopo la benedizione, verrannno - come vuole la tradizione - cucinate, distribuite e consumate 'Le sagne', in un pranzo collettivo cui partecipano non solo i conduttori de Le Some ma molti cittadini e forestieri. Le Sagne sono preparate da donne volontarie e bollite in dei tradizionali cottori di rame dai componenti del Comitato Festa, tra cui lo stesso don Raimondo, sacerdote della parrocchia di San Giuseppe. Il condimento tradizionale era di solo pomodoro, oggi consiste in un ragù piuttosto leggero e sul piatto si spolvera anche del formaggio grattugiato.
La tradizione di mangiare Le sagne in piazza è abbastanza recente in quanto fino ad una ventina di anni fa venivano preparate e consumate nei mulini dove erano portate Le some. I luoghi del rito sono mutati: da via della Chiesa a piazza Amendola all'attuale piazza Vitale Artese; mentre non è cambiato il clima di allegria e di festa che si crea.
Negli ultimi anni si sono tuttavia evidenziati alcuni comportamenti scorretti (lasciare i piatti spochi sui tavoli, peggio buttarli a terra oppure ubriacarsi con vino e alcolici, anche da parte di minorenni), cosa che avrebbe potuto indurre il Comitato festa a rinunciare quest'anno al pranzo in piazza. Ma si è comunque voluto mantenere questo particolare momento di convivialità perché Le sagne inducono a condividere non solo del cibo ma soprattutto la gioia dello stare insieme.
L'appello che rivolgiamo a tutti i partecipanti è pertanto quello di aiutarci a tenere puliti e sgombri i tavoli, nonché ad evitare di introdurre quantità eccessive di alcolici: in modo che tutti possano partecipare alla festa in serenità fisica e spirituale.
La storia de Le Some e Le Sagne
Quella de Le Some e de Le Sagne a San Salvo è una tradizione molto lunga, che data almeno dal 1745, l'anno in cui le reliquie di San Vitale martire, donate dal cardinale Pier Luigi Carafa (abate commendatario dell'abbazia dei SS. Vito e Salvo del Trigno), raggiunsero - da Roma - la chiesa di San Giuseppe in San Salvo. Nell'occasione - si ricorda - il cardinale offrì un pranzo a tutta la popolazione (circa 500 persone). Le reliquie di San Vitale, custodite in un'urna, sarebbero rimaste da allora nella chiesa arcipretale e il Santo sarebbe divenuto il patrono di San Salvo.
Quale sia il significato delle Some, delle Sagne e dei Taralli gli storici locali se lo sono chiesto a lungo, senza però trovare tra loro un accordo definitivo.
Secondo Cirillo Piovesan ed Evaristo Sparvieri, Le Sagne si originarono come pasto offerto ai conduttori dei cavalli quando questi portavano il grano (Le Some) al Mulino comunale Pantanella (nei pressi dell'attuale sottopassaggio ferroviario per la Marina); mentre i Taralli stanno a ricordare il pranzo offerto al popolo. Altri ritengono invece che siano proprio Le Sagne l'eredità di quel pranzo e che i Taralli costituiscano una sorta di pane, la ricompensa, la messe per chi ha ben lavorato, elemento contemporaneamente simbolico nella cultura del cristianesimo, in quanto inteso come ricompensa divina per chi ha ben operato nella vita.
Fatto curioso, tuttavia, è che riti assai simili se non identici, si ritrovano per il giorno 28 aprile nella vicina cittadina di Scerni, dove il patrono è però San Panfilo. Ciò fa ritenere che essi potrebbero aver avuto origine in tempi molto più antichi, durante la civiltà pagana, per poi essere fatti propri e trasmessi nel tempo dalla tradizione religiosa della chiesa cattolica.
Il Comitato festa di San Vitale e l'assessorato alla Cultura di San Salvo