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Le storie di Angiolina: Giovanni Cerella

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Non “un maestro” ma “ il maestro” tale era la traduzione del termine latino “magister” (ipse dixit) cosi’ vale per Giovanni Cerella, l’avvocato, non un avvocato. Da noi basta la parola e, a prescindere dal colore politico e la karatura sociale e professionale, chi si trova al massimo del pericolo e (purtroppo soprattutto deliquenti piu’ famigerati rientrano in tale fascia) ricorre all’avvocato Giovanni Cerella, lui originario di Gissi, lui  il giovane degli anni ’60, lui lo studente max pensante, con gli scarponi di campagna che, per studiare, doveva prima aiutare a lavorare il suo papà, sebbene  ricco e proprietario di un rinomato oleificio.

La tenacia e la instancabile volontà di fare, di emergere e poi di eccellere, lo hanno sempre distinto dai tanti figli di papà, che nelle città universitarie parcheggiavano grassamente e si laureavano magramente “post longum temporem”.

Alla preparazione, sfornata dal pane quotidiano, metaforicamente impastato di codice e di norme di diritto penale, civile e tributario , va aggiunto il valore piu’ “fatale” per i suoi avversari: la passione bruciante, come i suoi occhi chiari,  resi piu’ chiari dalla carnagione di chi non agisce pacatamente, ma “brucia” energie finalizzate alla volontà instancabile di “vincere” le battaglie piu’ difficili , quelle straordinarie contro chi non si limita a sbagliare ma sgarra senza pieta’ con motivazioni talora psicoanalitiche e non sempre capite da chi ha paraocchi limitati e limitanti. Cerella è lo tenace avvocato senza paura, senza tentennamenti , senza discriminazioni sociali e si attrezza delle infinite armature piu’ pericolose, più strazianti, quelle che debellano la parte avversaria e con la magia reale delle machiavelliche soluzioni,lo atterrano prima e lo mettono in un sorprendente ko poi.

Il finale talvolta è cosi’ clamoroso che sbalordirebbe  a livello mediatico locale e nazionale, con le testate giornalistiche che già di presto mattino vanno a ruba.

Cerella non è solo un grande avvocato, perciò il mio messaggio va oltre le declamazioni professionali che tutti sono costretti, per forza maggiore, a riconoscere ed apprezzare.

Cio’ che piu’ conta per me , che sono una intellettuale romantica, innamorata del sapere infinito come il mare, é  la sua sensibilità culturale ed artistica che lo porta a dar valore  a tutto ciò  che gratifica e arricchisce l’uomo anche spiritualmente.

Magnanimo e di alti valori, i suoi impegni non gli impediscono mai di dare spazio al rispetto della persona anziana, dei suoi paesani che ogni domenica vuole incontrare, del poeta , del pittore, del letterato e, come si è verificato piu’ volte, della Giostra della memoria spazi espositivi che raccontano anche le lacrime ed i  sacrifici dei nostri antenati, pur spadroneggiando con fierezza nel centro storico di San Salvo.

Tanti gli invitati tante le promesse  di persone che contano, che hanno ruoli di potere economico  o politico  ma pochi, come l’avvocato Cerella, hanno saputo trovare un momento per gratificare chi, pur arrivata alla sfera dei grandi, cerca di esserlo nella storia perenne del proprio piccolo paese.

L’avvocato Cerella, visitando le stanze demologiche e folkloriche ascolta, come uno studente appassionato le storie, le supestizioni, le fatiche dei nostri abruzzesi avi, presenti perennemente con i loro attrezzi di lavoro sgangherati e arrugginiti, negli assolati campi gissani della sua fanciullezza, con i cesti che hanno raccolto chili e chili di uva, con le pecore che davano latte e ricotta anche a chi, di notte, finiva puntualmente per addormentarsi sulle sudate carte di procedura penale...di un giradischi “ assordato”che non smetterà mai di suonare  canzoni d’amore  galeotte, di messaggi ravvicinati di chi, tra l’altro, sognava mentre nel cielo brillavano le luminose stelle cadenti del X agosto di Pascoli,  gli occhi neri della sua  Michela.

Non me ne voglia l’avvocato di questa chiusura fuori  tema ma, a guardare lo stesso cielo stellato in riva al mare.... c’ero anch’io, convinta come lui che dietro un grande uomo c’è sempre un grande  amore.

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