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Nonna non c'è più. Con me c'è Cristina Campo

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"Il fanciullo non lo sa. Solo quando la sua memoria si richiuderà come un cerchio sopra i suoi stessi inizi, potrà saperlo. Lo sa il vecchio, invece. Il dialogo si svolge tra un giardino dove si è nudi senza saperlo e un vestibolo dove ci si è denudati". 
"Si cammina davanti a sé, la linea è retta all'apparenza. Alla fine quella linea si svelerà un labirinto, un cerchio perfetto, una spirale, una stella o addirittura un punto immobile dal quale l'anima non partì mai mentre il corpo e la mente faticavano nel loro viaggio apparente.

La meta cammina dunque al fianco del viaggiatore. In realtà egli l'ha in sé da sempre e viaggia verso il centro immobile della sua vita, là dove infanzia e morte, allacciate, si confidano il loro reciproco segreto. Quanto paradossale dunque l'idea, pure esattissima, di viaggio, di sforzo, di pazienza. In questo paradosso è il crocevia tra l'eterno e il tempo, perché la forma deve distruggersi da sé, ma solo nel momento in cui si compie perfettamente". 
"Gli antichi navigatori, dopo avere perduto la rotta, al momento di ritrovarla, spesso dal lato opposto, chiamavano la manovra 'avanzare di ritorno'. Dallo zenith della vita, si trovi al suo vertice naturale o lo precorra, il cammino non è verso l'oblio, come la legge del tempo vorrebbe, anzi verso la memoria". 
Perché perfino per l'alzheimer è difficile distruggere la memoria degli inizi.

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