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Furti, se la mano armata fosse la nostra

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Il caso di cronaca della settimana ci parla di un anziano che spara ad un ladro, entrato nella notte nella sua casa dai muri rosa, uccidendolo.

Diventa un caso, perché le indagini non hanno acclarato la legittima difesa, ma hanno avanzato dubbi.

Le trasmissioni di approfondimento politico, i telegiornali, ci rimandano da quel giorno i soliti opinionisti, intervallati dai politici di turno, che in questo caso non riescono a schierarsi, né dalla parte dell’ucciso né da quella della mano che quell’atto lo ha compiuto.

Ci si chiede come ognuno di noi avrebbe reagito nella stessa circostanza, se avremmo sparato o avremmo subito.

Sono domande assurde, le risposte altrettanto assurde.

Perché nessuno dovrebbe trovarsi nella circostanza di tenere in mano una pistola, per dover difendere ciò che gli è caro. Perché viviamo in uno stato democratico, in cui il mio essere cittadino comporta diritti e doveri, e tra questi diritti, che devono essere pretesi, c’è il diritto alla difesa da parte delle istituzioni che sono tali per assolvere a queste richieste.

Non ci servono i politici opinionisti, dalle istituzioni dovremmo avere risposte sulla sicurezza, sulle misure messe in campo, affinché nel mio ritorno a casa o nel mio riposo notturno non debba sentirmi insicuro, perché sono un cittadino di uno Stato democratico, in cui la giustizia non può essere e non deve essere delegata al singolo, ma a chi è pagato per difendere me, la mia famiglia i miei affetti materiali ed immateriali.

A San Salvo, la cronaca narra troppo spesso di furti in appartamento, molti dei quali neanche denunciati, compiuti nel disprezzo più totale delle persone e delle cose, gli ultimi dei quali compiuti ai danni di un’anziana nel suo riposo pomeridiano e ai danni di un’associazione sportiva attiva e benvoluta da tutta la città(leggi). Non sappiamo se questa escalation nei furti sia dovuta alla crisi o ad un maggior consumo di sostanze stupefacenti, che rendono urgente il bisogno di denaro, senza considerare troppo i rischi a cui ci si sottopone. I segnali d’allarme li abbiamo tutti, li abbiamo evidenziati più volte (leggi).

Oggi servirebbero risposte.

La pancia nel sentire per primi di tali notizie, ci porta a fare considerazioni violente, la ragione ci porta invece a darne notizia, per tenere alta l’attenzione, per chiedere interventi da chi è preposto a farlo.

La sicurezza non può essere un mezzo di propaganda spicciola, è alla base della convivenza civile, quando viene a mancare, le stesse basi motivazionali che ci inducono a considerarci comunità vengono meno.

Come cittadini non vorremmo sentire pareri da chi ci governa, ma avere risposte, perché la mano di quel pensionato poteva essere la nostra, la nostra, la vita rovinata per un gesto che uno Stato assente ci ha costretto a compiere.

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