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Il procuratore nazionale Antimafia Roberti: «Abruzzo regione ancora sana»

I clan avevano messo in piedi anche il sistema della 'settimana'

a cura della redazione
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«L'Abruzzo è una regione ancora sana, ma proprio per questo a forte rischio di infiltrazioni mafiose». Lo ha affermato ieri il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti a margine della conferenza stampa tenutasi a L'Aquila che ha certificato la prima contestazione del reato di associazione mafiosa in regione.

Il quadro emerso ieri si pone in forte contrapposizione con inchieste simili portate avanti negli anni scorsi. Se in precedenza, infatti, si era riscontrata la presenza di affiliati dei clan campani (o di altre regioni) con il compito di gestire i traffici illeciti per 'conto terzi', ora c'è la conferma che nel Chietino era stata messa in piedi una cosca criminale strutturata con tutti i 'servizi' connessi per gli affiliati.

Tra questi c'è la celebre 'settimana', ovvero il «sostentamento degli affiliati detenuti e dei loro familiari, di cui l'organizzazione si faceva carico disponendo alternativamente la cosiddetta 'settimana' o cancellando eventuali debiti contratti». Una sorta di 'assicurazione'  a cura dell'anti-Stato, questa, documentata in tanti celebri film e - soprattutto - in articoli di certa cronaca ritenuta finora estranea all'Abruzzo.  

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