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«Dobbiamo risparmiare», la Pilkington abbandona Confindustria

Ieri la clamorosa decisione. Nei giorni scorsi l'addio della Honda di Atessa

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Un altro addio rumoroso scuote Confindustria Chieti di Paolo Primavera. È quello della Pilkington di San Salvo e delle due aziende-satellite Primo e Bravo. La decisione del colosso del vetro di abbandonare l'associazione degli industriali segue a stretto giro l'altra clamorosa defezione. La Honda di Atessa (unico stabilimento della casa giapponese in Europa) ha lasciato qualche giorno fa «non riconoscendosi più nelle recenti politiche dell’associazione».

La lettera è arrivata nella sede di Chieti ieri, firmata dal presidente di Pilkington Italia, Graziano Marcovecchio. L'ad per il momento si trincera dietro motivazioni di carattere economico: «È il momento di risparmiare, non vi sono altre ragioni. Non escludo che passato questo periodo si possa rientrare in Confindustria. La speranza c’è sempre».
I circa 2mila dipendenti dell'azienda da due anni sono tutelati dai contratti di solidarietà; negli altri due stabilimenti (Primo e Bravo), ne sono impiegati altri 500.

FUGA DA CONFINDUSTRIA - Ora all’orizzonte, al di là delle difficoltà economiche, c’è il rischio di una fuga da Confindustria Chieti che presto potrebbe restare senza il motore produttivo dell'Abruzzo. E in questo caso il risparmio c'entra poco.
La Honda è uscita intentando contemporaneamente una causa contro Silvio Di Lorenzo, ex numero due dello stabilimento e presidente della Camera di Commercio di Chieti. Secondo il management, negli anni della sua gestione avrebbe procurato all'azienda ingenti danni a causa di alcune forniture.
Di Lorenzo ora è pronto a essere rieletto alla guida della Camera di Commercio. Anche Confindustria lo ha indicato come proprio 'nominato'. Una decisione che evidentemente non è stata apprezzata dalla Honda. Nella votazione per decidere chi appoggiare, la Honda ha espresso la propria contrarietà tramite lettera scritta, mentre la Pilkington non ha partecipato.

PESI SPECIFICI - Le defezioni eccellenti di questi giorni hanno anche un peso economico: 250mila euro in meno di quote associative.
Se le ragioni che gravitano intorno alla nomina di Di Lorenzo sono squisitamente politiche, in parallelo si apre il dibattito sul ruolo dell'associazione nel difficile momento dell'industria del territorio.
Non è passato inosservato agli addetti ai lavori il convegno del 20 giugno - promosso da Confindustria Chieti a Mozzagrogna - sulle opportunità di sviluppo in Romania nei settori automotive-edilizia pubblica-infrastrutture definite «molto vantaggiose». Negli ambienti del settore qualcuno non ha particolarmente apprezzato la scelta arrivata in un momento storico in cui l'automotive abruzzese fatica a difendersi dai competitor dell'Est Europa. Lo stesso Marcovecchio periodicamente invoca misure per giocare alla pari con la concorrenza interna polacca.
Nella riflessione bisogna necessariamente aggiungere il peso che Confindustria Chieti ha avuto nelle vertenze storiche della provincia. Due nomi su tutti: la Sixty di Chieti Scalo e la Golden Lady di Gissi. Hanno lasciato a piedi centinaia di famiglie nel silenzio generale dell'associazione.

PRIMAVERA SPERANZOSO - Il presidente Paolo Primavera, contattato telefonicamente non ha risposto; nei giorni scorsi – in merito alla vicenda Honda – si è detto fiducioso di poter ricucire lo strappo. Ieri, invece, la lettera di addio della Pilkington di San Salvo (sempre che non si tratti di un 'arrivederci').

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