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Sabato si torna a marciare, ma per cosa?

L'amministrazione ripropone la 'Marcia della Pace' dopo il 'caso-centro di accoglienza'

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La Marcia della Pace partirà da piazza della Pace (dove è presente il monumento alla Pace di Ettore Altieri) alle 15.30 sabato prossimo; una volta arrivata in piazza San Vitale è previso il flash mob della Pace. Il tutto nella città della Pace, San Salvo.

Quante volte compare la parola 'Pace' nell'annuncio di una manifestazione nata - a livello nazionale - nel 1961 dal movimento pacifista italiano contro i conflitti globali e come invito alla fratellanza tra popoli? A San Salvo la manifestazione si è tenuta per la prima volta nel 2003 (nella foto di Ercole Michele D'Ercole, l'edizione 2010); è saltata solo una volta nel 2012. 

Quella di sabato sarà la seconda edizione promossa dall'attuale amministrazione. Il primo cittadino sansalvese è diventato nel frattempo - inconsapevolmente o no - un simbolo in alcune pagine della destra estrema della 'lotta ai centri di accoglienza' che stanno nascendo per affrontare l'emergenza profughi su tutto il territorio nazionale (leggi).
L'indomani della decisione del prefetto di Chieti di non autorizzare il centro nella zona industriale (che avrebbe dovuto ospitare circa 30 eritrei, leggi) a causa dell'assenza dei requisiti minimi, Tiziana Magnacca - tra le altre cose - affermava la necessità di pensare prima agli italiani, ai disoccupati e la minaccia che una struttura simile potrebbe rappresentare per il turismo sansalvese (leggi).

Sabato si manifesterà per la fratellanza tra i popoli. Nelle ultime settimane l'ente sansalvese ha dimostrato che il concetto di integrazione e accoglienza è liquido.
Se il 3 settembre il sindaco affermava quanto citato in precedenza, otto giorni dopo le sue dichiarazioni avevano un altro tono. In occasione della premiazione degli studenti meritevoli, sindaco e assessori presenti (Maria Travaglini e Giovanni Artese) hanno più volte invitato i ragazzi premiati a «farsi portatori di solidarietà». Una giornata, quella della premiazione, istituita per riconoscere il merito e il sacrificio come elementi che «portano progresso sociale, morale ed economico della città», come dichiarato dal primo cittadino.
Non solo. Il 26 settembre, nella presentazione del progetto dell'albero del benvenuto (leggi), lo stesso sindaco ha accolto con entusiasmo l'iniziativa del Centro Studi 'Luigi Pirandello' lodandola con queste parole: «È stato importante mettere in rete insegnanti, famiglie e associazioni. Un modo per diventare, un passo alla volta, cittadini europei e cittadini del mondo. Imparare le lingue è sempre più importante in quest'ottica. San Salvo può essere un modello per l'integrazione basata sul rispetto reciproco quotidiano».

Come si diventa un modello per l'integrazione? Non evocando pericoli per il turismo e le imprese sansalvesi (che sarebbero pronte alla fuga) in caso la Prefettura autorizzasse un centro accoglienza. Le ultime uscite pubbliche però sembrano dire altro. Si cerca di demandare il tutto alle generazioni future rinunciando al ruolo-guida delle istituzioni?

È certo che ci sarà l'occasione per dimostrare il contrario. Altri banchi di prova sul fronte dell'emergenza profughi arriveranno presto.
La popolazione, intanto, ha già dato un segnale diverso. San Salvo è ancora la Città dell'accoglienza. Nei giorni scorsi è stata significativa la solidarietà dimostrata dai sansalvesi - tramite la Caritas - ai circa 30 eritrei trasferiti poi a Lentella. Proprio per tali motivi, durante la marcia, per questa volta, forse sarebbe opportuno accodarsi ai propri concittadini.

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