Lo sviluppo che si è bloccato per non ripartire più ha una collocazione precisa: via Magellano. Il marciapiede in bitume, appena accennato, termina dopo un centinaio di metri dall’incrocio con via Vespucci.
È la storia di San Salvo Marina, sulla carta dei programmi elettorali «biglietto da visita della città», «punto forte del turismo locale», «priorità» di ogni amministrazione, ma nella realtà quanto di più lontano dalle belle parole spese nel corso dei decenni.
Entrati in contatto con alcuni dei suoi circa mille residenti stabili, ieri abbiamo raggiunto la marina. In loro compagnia abbiamo passato una mattinata a contatto con le criticità di questa parte di San Salvo incontrando per strada altri cittadini ormai rassegnati.
«Benvenuti a San Salvo Marina 1950» ci saluta il titolare di uno dei bar aperti tutto l’anno, sottolineando che dalla posa della prima betonella sul lungomare, poco è cambiato. «A Vasto Marina, avranno sostituito la pavimentazione 4 volte».
«Di San Salvo Marina – incalza un altro residente – si sono dimenticati tutti negli ultimi anni, quanti cantieri sono in corso e ci sono stati nella parte alta della città? Prima delle elezioni chi è venuto qui a far propaganda elettorale, oggi assessore, ha sottolineato “San Salvo Marina è la priorità”. Non è cambiato assolutamente niente».
UNA PASSEGGIATA, UN AZZARDO – Per toccare con mano basta andare in via Magellano, lunghissimo rettilineo che taglia in due la marina: nessun marciapiede (se si esclude il pezzetto citato sopra), nonostante le tante persone che l’attraversano a piedi: anziani di ritorno dalle poste o dalla spesa, genitori che accompagnano i bambini a scuola, senza pensare ai tantissimi turisti che affollano la zona durante l’estate.
Stessa situazione in via Caboto. Due rettilinei, due rampe di lancio per auto che sfrecciano a forte velocità a pochi centimetri di chi la percorre a piedi.
Nell’incrocio con via Marco Polo, poi, a ridosso della scuola, la situazione si fa kafkiana: l’unica pensilina presente è lontana da entrambe le fermate dell’autobus. Chi attende il pullman, deve scegliere se farlo in mezzo alla strada o sostare in attesa nel fango; fango dove, tra l’altro, terminano anche le strisce pedonali.
Le altre strade principali sono affiancate da marciapiedi in asfalto con toppe di cemento, dislivelli, spesso senza scivoli per disabili. Le carrozzine devono sfidare una giungla di pali, alberi, vegetazione e buche nelle varie via Doria, via Marco Polo, via Berlinguer, via Vespucci. Non è il male peggiore considerando la totale assenza dei marciapiedi nei tratti già citati.
Stesso discorso per i parcheggi a ridosso di pub, bar o uffici pubblici: insufficienti o del tutto mancanti, con le auto costrette a fermarsi nel fango.
MANUTENZIONE PRE-ESTIVA – «Qui si fa manutenzione solo prima dell’estate, sia al verde che agli arredi», continua uno dei cittadini. La sopraelevata di via Magellano, sulla Statale 16, frequentata anche da genitori e bambini che raggiungono la vicina scuola elementare, è in pessime condizioni: vetri rotti ovunque, mattonelle divelte e fronde degli alberi che hanno invaso quasi tutta la scalinata.
Diversi pali dell’illuminazione in più punti della marina sono arrugginiti e corrosi, si intravedono i fili elettrici. Tanti altri sono pericolosamente inclinati: alcuni danneggiati dalle intemperie, altri da auto.
L’asfalto del terminal bus è in precarie condizioni a causa del passaggio dei mezzi pesanti.
Le pinete che, ben tenute potrebbero diventare usufruibili anche dai bambini, sono spesso infestate dalla vegetazione e dalla sporcizia; in quella di via Marco Polo un canale di scolo di acque bianche scorre a ridosso della strada. «Non vi dico la dimensione dei roditori che frequentano questo posto…».
A ogni pioggia, poi, la marina soffre degli allagamenti: «i tombini sono tutti ostruiti. Anche i giochi dei bambini diventano delle paludi appena piove».
Incontriamo per strada anche un residente del consorzio Icea, ci espone le criticità di quella zona: «Stiamo aspettando la raccolta degli sfalci della vegetazione da mesi. Ci hanno detto di fare dei cumuli che i dipendenti comunali sarebbero passati a raccogliere, così per i detriti sulla spiaggia; nel frattempo attirano animali di ogni sorta. Non parliamo, poi, del ponte Anas della Trignina che si sta sgretolando sotto i nostri occhi. Ogni tanto qualche pezzo cade giù».
Anche le strade non se la passano bene: alcune percorse dagli autobus sembrano mulattiere.
QUESTIONE SICUREZZA – Altro punto che trova d’accordo i diversi residenti incontrati nel corso della mattina è quello dell’illuminazione, scarsa in diversi punti o del tutto mancante. «Sul lungomare, quando inizia a far buio, è meglio non passare per evitare di fare brutti incontri».
San Salvo Marina durante l’inverno torna a far notizia soprattutto per i furti. «Siamo consapevoli che le forze dell’ordine non possono presidiare il territorio, ma si mettessero in campo dei deterrenti come telecamere e potenziamento dell’illuminazione».
Altro punto caldo è quello della prostituzione, piaga mai debellata. «Ci sono tantissime prostitute, interi condomini con regolare affitto. Non è vero che è stata arginata come abbiamo letto su qualche giornale».
SBILANCIAMENTO – Turismo: a San Salvo fa coppia con la marina. A parole è sempre stata inserita tra le priorità, ma la bilancia pende altrove.
Via Montenero, via Adige, via Grasceta, polo culturale, via Fontana, le rotonde di via De Gasperi e della circonvallazione, area esterna del teatro, sono solo alcuni degli ultimi interventi in città. Tra questi, non ha trovato spazio la marina.
A differenza di quanto succede nella parte alta dove l'attenzione per i marciapiedi è massima, qui intere zone del centro abitato, come documentato, ne sono sprovviste. In via Doria, un tratto è stato rinnovato in concomitanza con la realizzazione del porto.
«Tra gli ultimissimi lavori degni di nota, possiamo citare la sistemazione di alcuni giochi per i bambini e quella dell’area verde della zona della farmacia. Ora diranno che inizieranno presto i lavori per la pista ciclabile, ma i problemi sono tanti altri».
Prima di congedarci dai nostri ciceroni, li avvisiamo sull’accusa alla quale vanno incontro: fare cattiva pubblicità a San Salvo. «Ma quale cattiva pubblicità – rispondono – da settembre a giugno non siamo presi minimamente in considerazione. Nel corso degli anni, abbiamo ascoltato troppe promesse, così tante che molta gente è rassegnata e non ha neanche più la forza di protestare sapendo di andare incontro a un muro di gomma. Pensiamo che anche per i turisti sia importante trovare una località con un certo decoro».
«I lavori si fanno dove c’è peso elettorale e qui, alla marina, non c’è mai stato» conclude amaramente il residente del consorzio Icea.