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Riflessioni sull'adozione del diario unico

Lettera aperta di alcune mamme sull'adozione del diario unico nelle scuole di San Salvo

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In quanto mamme di bambini che frequentano le scuole primarie di San Salvo, ci sentiamo in dovere di fare una riflessione sulla fornitura del “diario unico” agli studenti della nostra città.

Siamo abbastanza sorprese dal che fatto che gli unici che abbiano qualcosa da dire siano le cartolibrerie, in quanto vedono danneggiati i loro interessi privati.

È vero che oggi siamo bombardati da notizie di tutti i generi, e spesso non abbiamo tempo di riflettere, ma quando ci sono argomenti che riguardano i nostri figli abbiamo il dovere di uscire fuori dai personalismi e individuare la strada che conduce al bene comune.

Partendo dal presupposto che le istituzioni pubbliche e in modo particolare le scuole, al di là degli slogan, ricevono sempre meno aiuto dallo Stato; e che spesso c’è carenza di beni essenziali per lo svolgimento delle attività didattiche (tutti i genitori sanno di cosa stiamo parlando, in quanto spesso manca addirittura la carta per  le fotocopie, e ci si deve autofinanziare per il noleggio della Lavagna Interattiva Multimediale).

In un Paese che si definisca civile, tutto questo non dovrebbe accadere, e ci dovrebbe essere un movimento che parta dal basso (genitori, istituzioni locali e rappresentanti del mondo scolastico) per rivendicare la dignità del proprio lavoro e degli studenti. Ma purtroppo al peggio non c’è mai fine, e ormai da un po' di anni siamo caduti in uno stato di assuefazione, che ci fa sembrare tutto normale.

Quindi in un’accettazione passiva dello stato di fatto che facciamo? Chiediamo aiuto ai privati, con la consapevolezza che tanto dal “pubblico” non si può avere nulla di più. Tanto ci sarebbe da dire su questa cosa, ma torniamo al nostro ragionamento. Nella speranza che con il tempo cambi qualcosa, almeno nel breve periodo ben vengano gesti di solidarietà da parte di privati per aiutare le istituzioni. Meritano tutto il nostro rispetto e la nostra ammirazione coloro che contribuiscono con gesti concreti ad aiutare chi è in difficoltà.

La cosa più importante è che le azioni siano consequenziali alle parole. Se il diario unico è una iniziativa volta a rafforzare l’identità di una collettività, ci vede completamente d’accordo. È un nobile gesto quello dell’Amministrazione di patrocinare una iniziativa che miri ad un tale obiettivo. Plausi anche a qualsiasi privato voglia finanziare tale iniziativa, insieme a tante altre di cui la scuola potrebbe aver necessità.

Ma la cosa più importante di tutte è che questi atti di solidarietà si facciano nel silenzio. 

Se è così, sottoscriviamo l’iniziativa e siamo fiere di vivere in una tale comunità; anche se i genitori devono sempre avere il diritto di scelta, perché non tutti potrebbero pensarla così. Se invece venissimo a conoscenza che nel diario c’è un logo, o un qualsiasi richiamo ad una società privata, insomma una qualsiasi forma di pubblicità, allora saremmo fortemente contrariate e deluse.

Il diario è uno strumento che entra nelle case di tutti, e i bambini lo maneggiano tutti i giorni più volte al giorno. Ricordiamo, se mai ce ne fosse bisogno, che i bambini hanno meno filtri degli adulti, e siamo noi genitori che dobbiamo tutelarli in tutti i modi.

Nel caso in cui nelle pagine del diario ci fosse un qualsiasi tipo di sponsorizzazione, smetterebbe di essere un gesto di solidarietà e diverrebbe un abile strumento di marketing, e allora si aprirebbe tutto un altro capitolo.

Ma confidiamo sempre nell’uomo, nel suo buon senso e nella sua filantropia, e siamo convinte che così non sarà.

Maria Teresa Cicchini

Antonella Marcozzi

Lorenza Zappetti

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