Appuntamento con lo sport: la BTS pallavolo San Salvo

Dai piedi alle mani: questa settimana cominciamo ad occuparci della pallavolo sansalvese

Danilo Di Laudo
18/12/2014
Sport
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Per l’ultimo Appuntamento con lo sport del 2014 ci trasferiamo in un’altra palestra della città continuando a osservare gli sport di squadra. Entrando nella palestra dell’I.T.C Mattioli siamo stati accolti dall’assordante rumore dei palloni scagliati sul terreno di gioco dagli atleti della squadra di pallavolo della BTS San Salvo. In questo clima di concentrazione e fatica abbiamo indagato sulla società sansalvese parlando con il presidente Michelino Natale e l’allenatrice del settore giovanile Elvira Tenaglia.

L’intervista

Cominciamo dalla storia della società: come e quando nasce la BTS?
Sono quasi dieci anni che portiamo avanti i nostri progetti con la BTS  e tutto è cominciato da un incontro tra me, Elvira e Pascal (attuale allenatore della squadra Under 17 e della prima squadra). Io sono sempre stato un appassionato di sport, in tutte le sue forme e, da quel momento, ho cominciato ad apprezzare sempre più questa bellissima disciplina. Come dicevo siamo partiti nel 2005 con un gruppo di ragazzi piuttosto ristretto ma fortemente eterogeneo; all’epoca avevamo non più di dieci ragazzi e solo dopo parecchi sacrifici e un anno di allenamenti siamo riusciti a partecipare al primo campionato Under 13. Da quel primo gruppo siamo partiti e cresciuti fino a creare la prima squadra che attualmente milita e conduce la serie D. inoltre non ci siamo mai accontentati delle soddisfazioni che siamo riusciti ad ottenere e ci siamo impegnati anche a entrare nelle scuole attraverso i nostri progetti.

Hai appena accennato a dei progetti, cosa intendi di preciso con questa definizione?
In questo caso, intendo progetti di avvicinamento alla pallavolo sia come sport che come divertimento. Per fare questo abbiamo avuto bisogno di entrare a contatto con le scuole, autorizzati soprattutto dai riconoscimenti federali che abbiamo ottenuto nel corso degli anni. Questi sono attestati di qualità che la BTS ha ottenuto nel 2012-13 e nel 2014-15. Inoltre siamo riusciti ad affiliarci alla scuola di pallavolo federale Anderlini di Modena, famosa in tutto il mondo per quanto riguarda la formazione dei tecnici. Il nostro intento, in questo ambito, è soprattutto quello di rendere la pallavolo uno sport più comune anche a livello di età e, non a caso, siamo presenti sia nelle scuole elementari che nelle scuole materne; ovviamente il livello di gioco in quell’abito non è di tipo agonistico ma serve soprattutto per familiarizzare con se stessi e con ‘gli attrezzi del mestiere’. Sempre lungo questa falsariga ci stiamo avvicinando anche ai ragazzi disabili. Collaborando con mia moglie, Teresa Ciffolilli, infatti cerchiamo di regalare la consapevolezza di sé stessi e lo spirito di aggregazione anche con ragazzi che magari possono andare incontro a difficoltà maggiori. In quel caso si tratta di sitting volley e non escludiamo, in futuro, la creazione di una squadra, magari mista e non agonistica, che possa divertirsi senza troppe pressioni.

Invece le altre squadre sono solo maschili oppure avete anche un settore femminile?
È vero che siamo partiti con formazioni maschili ma fortunatamente stiamo riuscendo a creare un vivaio di ragazze che si allenano con noi. L’obiettivo principale è chiaramente creare una società in grado di partecipare a tutte le categorie possibili; non a caso posso dirti che la nostra società conta circa 130 iscritti, divisi in dodici squadre. Partiamo infatti dal minivolley per arrivare alla seconda divisione, passando per le squadre under 13-14 e 16. Purtroppo quello che davvero è importante è giocare due o tre campionati per avere dei giocatori preparati ad affrontare al meglio tutte le eventuali situazioni di gioco. Tuttavia percorriamo imperterriti questa strada fiduciosi che qualche altra bella soddisfazione ce la toglieremo.

A proposito di soddisfazioni, cosa puoi raccontarmi delle vittorie ottenute?
Allora come hai capito siamo una società piuttosto giovane, nonostante questo siamo attualmente primi nel campionato di serie D e abbiamo cominciato la stagione alla grande subendo una sola sconfitta dopo cinque vittorie. Questo per quanto riguarda l’attualità, in passato abbiamo conquistato anche il campionato provinciale Under 13 nel 2009. La cosa che ci inorgoglisce, inoltre, è che abbiamo tutti atleti giovanissimi, non a caso i più grandi, che giocano in serie D, hanno al massimo 22/23 anni. Inoltre voglio ricordare, non senza fierezza, la convocazione di un nostro atleta, Berardi Simone, da parte della nazionale italiana allievi.

Nella nostra città, sicuramente a torto, la pallavolo è vista come uno sport maggiormente femminile, secondo te da cosa deriva questa idea della disciplina?
È vero, purtroppo spesso viene bistrattato dai più ma non sempre è così. Forse il fatto che sia visto come uno sport femminile è dovuto da un fattore mediatico e psicologico ma andiamo con ordine: per quanto riguarda i media questi parlano maggiormente del calcio, ovviamente da un tale discorso il bambino non può che rimanerne affascinato visto che è circondato da queste figure sportive. Sotto il profilo psicologico invece secondo me la pallavolo è più vicina ai gusti femminili visto che le ragazze preferiscono una sorta di staticità all’interno di un campo di gioco molto più ristretto rispetto a quello da calcio. Ovviamente si parla di staticità in senso lato come puoi ben vedere.

Se qualcuno volesse avvicinarsi e cominciare a giocare con voi come può fare? Inoltre nei periodi in cui, sui media, si dà più spazio alla pallavolo perché magari la nazionale ha vinto qualche trofeo, le iscrizioni vengono incrementate?
Chiunque fosse interessato è ben accetto in qualsiasi momento dell’anno. Basta infatti passare qui in palestra e parlare con me, con Elvira o con Pascal per capire sia il livello da cui si parte che le capacità del aspirante giocatore. Poi chiaramente in base alla preparazione l’atleta sarà inserito nella squadra in cui potrà giocare e migliorare al meglio. Concludo dicendoti che l’aumento delle iscrizioni è ininfluente nei periodi che hai citato. In genere ci si appassiona a questo sport soprattutto d’estate guardando il beach volley al mare, dove siamo presenti noi stessi con una parte dei progetti di cui ti parlavo poc’anzi.

Passando invece all’area tecnica rivolgiamo le domande all’allenatrice del settore giovani Elvira Tenaglia.

Prima di tutto vorrei chiederti quando vi allenate e come vi organizzate per prender parte a tutte le partite delle diverse categorie.
Dunque, ci alleniamo praticamente tutti i giorni dalle 17:00 in poi. Ovviamente ogni squadra ha i suoi giorni per allenarsi; inoltre per quanto riguarda le partite, in base ai diversi campionati, possiamo sia essere impegnati in turni infrasettimanali che nei week-end. Insomma ci sono date precise ma queste vengono stabilite dalla federazione ad inizio campionato. Per quel che concerne la prima squadra (che milita in serie D) si gioca quasi sempre di domenica.

Considerando le differenti categorie, cambiano le misure del campo, della rete e della palla?
Sì, le misure, in generale non sono tutte uguali a parte quelle del campo che resta sempre di 9x18 m. Al contrario la rete subisce una evidente variazione di altezza in base ai giocatori (o giocatrici) in campo. Si parte, infatti, da una misura minima di circa 2 metri salendo in modo regolare sino ad arrivare all’altezza di 2,43 m che è regolamentare per le serie maggiori.
Infine, per quel che riguarda il pallone posso dirti che la misura è standard al contrario della composizione e del peso che, così come la rete, varia in base alla categoria che lo utilizza. Il pallone utilizzato per il mini-volley prende il nome di volley school ed è composto da un materiale più morbido che non crea rischi ad giovanissimi che si avvicinano alla pallavolo.

Siamo quasi alla conclusione di questa chiacchierata. Volevo chiederti, quali sono le doti che il pallavolista deve avere?
In questo sport la psicologia è fondamentale, così come la passione. Ovviamente il fisico aiuta nella buona riuscita dell’atleta ma da solo vale poco perché è la testa che fa andare avanti anche con la fatica. Oltre alla psicologia importante è anche avere una grande visione di gioco e una grande istintività visto che l’atleta dev’essere in grado, nel minor tempo possibile, di leggere la situazione e capire come muoversi e come colpire la palla. Una cosa che comunque aiuta tanto è la presenza dei compagni di squadra che forniscono, indirettamente, un importante aiuto psicologico; inoltre, nel volley ‘indoor’, il maggior numero di compagni e la possibilità di effettuare dei cambi aiuta ancor più a tenere alto il morale e la concentrazione visto che si può sempre rimediare anche ad una prestazione cominciata male.

Hai appena accennato al volley indoor, per il beach volley invece come si modifica la preparazione e il gioco?
Come condizione di gioco e sotto il profilo psicologico ci si trova di fronte a tutt’altro comportamento. Innanzitutto perché il compagno è uno solo quindi ogni situazione va gestista quasi individualmente; ovviamente tra i due c’è maggior affiatamento, ma è chiaramente più complesso coprire un campo che ha le stesse dimensioni della pallavolo 'canonica'. Visto dal di fuori il beach volley può sembrare molto simile alla pallavolo ma le differenze sono evidenti soprattutto per quanto riguarda gli schemi di gioco. Questo tipo di disciplina è anche più spettacolare visto che possono eseguirsi colpi particolari e diversi che nel campo al coperto non sarebbero efficaci alla stessa maniera visto che le squadre sono più numerose. Ecco perché la cura dei particolari è fondamentale come la forza psicologica di ogni giocatore.

FOTO DI GIOMIX68

 

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